Letteratura contemporanea cinese
Sono molti gli autori contemporanei cinesi di grande successo. Narrativa, saggistica e poesia della Cina moderna e contemporanea vanno ad unirsi al mondo antico, alla pura tradizione della grande civiltà del passato, trasformandone l'espressione per portarne le gesta nel mondo di oggi.
Dopo l'avvento al potere della Cina comunista, è noto come la letteratura abbia sofferto di pesanti restrizioni, portando ad una produzione rigida e allo stesso tempo priva di grande significato. Con la morte di Mao, la creatività artistica letteraria ritrova nuovi sbocchi assai più liberi, aprendo nuovi orizzonti di espressione. La nuova era economica della Cina moderna ha successivamente contribuito a finalizzarne il percorso, nonostante gli ostacoli alla libertà di espressione siano ancora presenti a tutt'oggi.
Hu Shi è stato uno dei maggiori letterati della Cina contemporanea, promotore tra gli altri del cosiddetto movimento del “Quattro maggio” con il quale si poneva un limite all'antica tradizione cinese del linguaggio aulico. Si dava inizio a nuove proposte letterarie incentrate sul linguaggio parlato dalla popolazione, a sua volta concentrata nella realtà quotidiana delle masse, della famiglia e del singolo individuo.
Lu Xun (1881-1936) è stato un altro grande personaggio della letteratura contemporanea della Cina, da molti considerato come la massima figura letteraria del Novecento. Significative le sue opere, di grande realismo e brillante lucidità: descrive il degrado e lo squallore di parte della società cinese, come accade in una delle maggiori narrative, il Diario di un pazzo (in Italia edito da Editori Riuniti). Noto come grande polemista, nonché poeta e novelliere, Lu Xun è conosciuto anche per aver dato un impulso patriotico all'intera popolazione cinese, con lui inoltre si suole dare inizio alla letteratura moderna della nazione.
Guo Moruo (1891-1978) è stato a sua volta uno dei maggiori esponenti della letteratura filo-marxista, conosciuto in particolare per le sue opere teatrali. D'altra parte l'affermarsi del maoismo e l'espandersi della militanza politica portò gli scrittori ad un nuovo inasprimento letterario: le tematiche erano infatti legate all'edificazione del socialismo. Fu così che, attraverso la fondazione di istituti di carattere socio-culturale (tra tutti, l'unione degli scrittori), lo Stato iniziò a controllare il mondo letterario in Cina. La Rivoluzione culturale conferma la prassi di inasprimento, soprattutto nei confronti dell'Occidente.
Con l'avvento di avvenimenti come quelli di Piazza Tienanmen ha inizio una nuova fase letteraria, che vede dare spazio ad una maggiore libertà d'espressione e tolleranza filo-occidentale. Nel 2000 il Premio Nobel per la letteratura va a Gao Xingjian , grande drammaturgo e narratore cinese, naturalizzato cittadino francese. Tra le sue opere si citano in particolare Il libro di un uomo solo (2003, ed. Rizzoli) e La montagna dell'anima (2002, ed. Rizzoli) con la quale è stata consacrata la genialità letteraria di questo grande autore.
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