Dinastia Han

Imperatore Wu (dinastia Han)Con la morte del primo imperatore della Cina, Huangdi, la dinastia Qin perde di conseguenza il potere. Vennero riprese le lotte tra i territori e gli Stati confinanti. La dinastia Han emerse vincitrice e, grazie a Liu Bang che era a capo di una serie di rivolte contadine, dal 202 a.C. regnò sulla Cina per i successivi 400 anni, forgiando uno dei periodi di massimo splendore della storia della Cina: tutt’oggi la maggioranza etnica cinese si auto-definisce “Han” per differenziarsi dalle altre etnie. Questo lungo lasso di tempo viene generalmente diviso in due periodi: quello degli “Han occidentali” (o “Han Anteriori”) che regnò dal 202 a.C. al 24 a.C. con capitale a Chang’an e quello degli Han Orientali (o “Han Posteriori”) che regnò dal 25 al 220 con capitale a Luoyang. Gli Han mantennero larga parte della struttura amministrativa della dinastia Qin, ma optarono per un governo non così fortemente centralizzato, servendosi invece di contee e prefetture a cui delegare il potere.

Fu questa la prima dinastia ad accogliere a corte la filosofia confuciana e divenne pertanto mandatoria la conoscenza dei classici confuciani per potere accedere alle cariche nella pubblica amministrazione, requisito che rimase inalterato fino alla fondazione della Repubblica. Sotto gli Han, la Cina compì enormi passi in molti campi delle arti e delle scienze: fu inventata la carta che si sostituì alla seta e si scoprì come forgiare l’acciaio, si costruì il primio rudimentale sismografo della storia e si studiò accuratamente il fenomeno delle eclissi. E ancora è durante gli Han che visse lo storiografo Sima Qian, autore delle “Memorie di uno storico”, la più completa raccolta di dati storici mai compilata fino ad allora.

L’Impero fu consolidato ed esteso grazie agli sforzi militare dell’imperatore Wu, le cui campagne militari si espansero fino al Mar Caspio. La corte degli Han ricevette emissari inviati da tutto il mondo fino ad allora conosciuto, persino da Roma. I barbari Xiongnu furono respinti nelle steppe mongole, permettendo così l’apertura delle prime vie commerciali tra la Cina e l’occidente; scambi fiorirono tramite la Via della Seta. Per assicurare la pace, gli Han imposero alle popolazioni non cinesi dei territori conquistati il pagamento di tributi in cambio della possibilità di mantenere la propria autonomia. L’agricoltura prosperò e così pure l’artigianato e il commercio e questo benessere portò ad un vertiginoso aumento della popolazione.

Il potere degli Han si deteriorò soprattutto a causa dell’intensa privatizzazione delle terre che andava ad accumularsi nelle mani di pochi latifondisti che di fatto governavano il paese, nonchè a causa delle invasioni delle popolazioni barbariche e delle faide di corte tra eunuchi e concubine. La Rivolta dei Turbanti Gialli che scoppiò nel 184, avanzando richieste di uguaglianza dei diritti e distribuzione delle terre, destabilizzò ancora di più il potere centrale. Nonostante sia stata poi soppressa nel sangue, gli Han diventarono sempre più impotenti di fronte allo sgretolarsi dell'Impero; il potere passò definitivamente ai governatori locali e ai signori della guerra.

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